Fotografia: ritratto in luce naturale

La luce naturale è essenzialmente quella solare, difficilmente assoggettabile alle necessità del fotografo, ma è anche la miglior fonte luminosa in termini di qualità ed espressività di cui la fotografia possa disporre. Sia che si fotografi a colori o in bianco e nero, con la pellicola o con macchine digitali, la luce solare rimarrà sempre l’elemento migliore da sfruttare.
Essa varia secondo le ore del giorno, secondo la condizione atmosferica: sta nell’inventiva, nella capacità creativa del fotografo ad adattare la ripresa fotografica alla situazione luminosa di quel momento.
All’alba e al tramonto le ombre sono allungate ma non dense, i passaggi chiaroscurali non sono drammatici, i colori tenui; all’alba prevalgono colori freddi (azzurro), al tramonto colori caldi (rosso). Mano a mano che le ore trascorrono l’intensità luminosa diviene più forte e le ombre più dense e corte. Quando il sole è allo zenith (dritto) l’ombra è ridotta al minimo e i contrasti luminosi sono fortissimi con una esaltazione particolare della luminosità e brillantezza.
Nelle ore pomeridiane le ombre tornano ad allungarsi e col passare del tempo i contrasti diminuiscono. Verso sera non vi è più contrasto e prevalgono le zone in ombra.
Anche la situazione atmosferica determina la qualità della luce; un cielo velato anche a mezzogiorno fornisce una illuminazione a basso contrasto, quasi priva di ombre, morbida.
Avendo ben chiare queste situazioni fondamentali di illuminazione naturale, un attento fotografo deciderà in quale momento della giornata effettuare la ripresa in modo da valorizzare al massimo il soggetto. (tratto da greggiati.it)

Il ritratto – la luce naturale

Ciò che dà carattere ad ogni fotografia è sempre la luce. In uno scatto potremo apprezzare molti elementi come la composizione, la situazione ripresa, l’unicità di un avvenimento, un’espressione colta al volo, la solennità di un panorama o di un edificio, il degrado o lo splendore di un luogo, di una condizione umana, la bellezza e l’azione di un animale o ancora molti altri elementi che non ho citato, ma mai, in nessun caso, uno qualsiasi di questi elementi sarà efficacemente rappresentato se la luce che caratterizza il nostro scatto è brutta e di cattiva qualità. Questo non significa dover disporre sempre di luce in abbondanza, anzi, ma sicuramente significa che la ricerca del corretto modo di sfruttare la luce disponibile nel migliore dei modi è il punto essenziale della ricerca fotografica.
Il ritratto non fa eccezione a questa regola, al contrario ne è, insieme allo still-life, il genere principe dove la ricerca della luce giusta permette di esprimersi al meglio. Nel ritratto, infatti, non potremo contare su altri elementi scenografici che non siano il nostro soggetto, non potremo contare sull’emozione e lo stupore che suscita un magnifico e grandioso panorama, non avremo l’animale raro colto in azione, non avremo in pratica “stampelle scenografiche” che faranno da sostegno ad una carenza sul fronte dell’illuminazione. Al contrario, la luce dovrà essere il primo mezzo con il quale confrontarsi e dal quale attingere spunti per meglio interpretare il nostro soggetto, per meglio rappresentare ciò che del nostro soggetto vogliamo mettere in evidenza, vogliamo mostrare nel nostro scatto.
La luce che più facilmente avremo a disposizione è, naturalmente, quella fornita dal sole; la luce solare, per sua natura, non è la più facilmente gestibile, varia di intensità nel corso della giornata, varia di colore e di inclinazione, eppure permette, grazie alla sua intensità, di essere efficacemente sfruttata e modellata per raggiungere quasi ogni scelta di illuminazione che desideriamo per il nostro soggetto. La prima considerazione da fare sulla luce naturale è relativa al luogo di scatto, se in interni oppure in esterni.
In un ambiente chiuso la luce solare ci arriva attraverso le finestre, in questo caso avremo una luce fortemente direzionata che illuminerà con decisione una parte del nostro soggetto, lasciando in ombra la parte opposta: questo effetto, sebbene ricercato in alcuni casi, potrebbe essere fin troppo marcato per un ritratto classico e generare ombre nette e chiuse, in tal caso un primo passo per ottenere una luce qualitativamente migliore è poter disporre di una tenda bianca davanti alla finestra, in tal modo avremo il risultato di poter usare una luce sensibilmente più morbida per via dell’effetto di diffusione che la tenda genera. In questa situazione la differenza di illuminazione, tra il lato alla luce del soggetto ed il lato in ombra, sarà molto meno marcata ed il risultato fotografico sarà quello di un ritratto meno “drammatico”. L’inconveniente nell’uso di una finestra schermata consiste nel calo di luce disponibile, la tenda, infatti, assorbirà molta della luce e, diffondendola, abbasserà ulteriormente il livello di luminosità della scena. Il vantaggio principale, invece, consiste nel costo zero della luce, come vedremo un aspetto non trascurabile. Come ulteriore vantaggio, la finestra, preferibilmente esposta a sud per godere di più luce e per un numero maggiore di ore, ha la possibilità di controllo del colore e di alcuni effetti particolari. Utilizzare infatti una tenda trasparente di colore arancione permette di dare allo scatto una tonalità calda senza dover ricorrere alla luce del tramonto o dell’alba, allo stesso modo saremo in grado di dare colori diversi alla luce in funzione del colore che diamo alla nostra tenda-diffusore. Infine, ricercando un effetto grafico, potremo utilizzare tende con motivi geometrici più o meno regolari, che proietteranno sul nostro soggetto morbide trame grafiche; attenzione però, se usiamo una tenda colorata per introdurre una tonalità nella luce, accertiamoci che sia proprio la tonalità che desideriamo, viceversa introdurremmo nel nostro scatto una dominante di colore difficilmente eliminabile e controllabile, dovremo valutare non solo la resa cromatica sulla pelle, ma anche sugli abiti, non c’è nulla di peggio di un tono magenta su una camicia che evidentemente dovrebbe essere bianca…
Se viceversa vogliamo evitare la caduta di luce determinata dai vari schermi ed utilizzare tutta la luce solare disponibile, avremo la possibilità di attenuare le ombre del lato opposto alla luce per mezzo di uno o più pannelli riflettenti, in tal modo la luce che non colpisce direttamente il soggetto verrà riflessa da un pannello posizionato dal lato opposto alla finestra e permetterà di illuminare in misura maggiore o minore anche il lato in ombra; per regolare l’intensità di tale luce riflessa sarà sufficiente allontanare o avvicinare il pannello al soggetto. Personalmente utilizzo per questi scopi dei pannelli in polistirolo, quelli che preferisco sono 100×50 cm e sono spessi 1 cm, queste misure permettono di assemblarli con facilità per ottenere un pannello più grande, sono sufficienti alcuni chiodini per tenerli insieme e possono essere disassemblati con semplicità, inoltre lo spessore non solo facilita il posizionamento dei chiodini ma consente anche al pannello di non flettere.
In alternativa al polistirolo va bene quasi tutto purché bianco, gli altri colori infatti daranno dominanti cromatiche, in casa dei miei genitori ci sono dei ritratti miei da bambino che mio padre eseguiva in salotto usando un quotidiano come pannello riflettente e mia madre come sostegno del pannello…
Se la luce della finestra vi sembra una soluzione povera e poco professionale, vi basti sapere che in commercio si trovano bank dedicati ai flash da studio chiamati “window light”, in sostanza un box da applicare ad un flash elettronico che, per meno di duemila euro, simula in studio la luce che offrirebbe una finestra con tanto di tenda…; una finestra esposta a sud è la migliore amica del fotografo ritrattista.
Spostandosi in esterni la possibilità di gestire e modificare la luce solare svanisce del tutto, non saremo più in grado ne’ di controllarne la durezza ne’ tantomeno il colore, la dovremo usare così com’è. In questo caso quindi conviene scegliere di scattare nelle ore più adatte, con il sole basso sull’orizzonte, cioè nelle prime ore del giorno oppure nelle ultime, in prossimità del tramonto. Anche in questo caso l’uso di almeno un pannello riflettente si dimostrerà basilare, con una luce diretta, infatti, la possibilità di ammorbidire le ombre offerta da un pannello consentirà di rendere al meglio i tratti di un volto, mantenendone la tridimensionalità ma lasciandolo leggibile in ogni sua parte.
Una soluzione niente affatto trascurabile in esterni è quella di scattare con il soggetto in ombra, al riparo di un portico, una tettoia o quant’altro lo terrà in ombra ma attenzione, per i nostri scopi non andranno invece altrettanto bene i lati in ombra degli edifici. Al di sotto di una tettoia, infatti, avremo comunque una luce ben direzionata che ci fornirà quel minimo di differenze tonali in grado di dare dimensioni al soggetto, viceversa in un’ombra fornita da un edificio esposto a nord avremo solo una luce piatta e diffusa che male si presterà a questo scopo.
Infine va preso in considerazione un momento ben preciso, quello esatto del tramonto. La luce del tramonto è, a mio avviso, quella che consente i risultati migliori, purtroppo dura pochi minuti e per riaverla bisogna aspettare il giorno successivo, quindi bisogna farsi trovare preparati e sapere in anticipo che scatto fare; nonostante le difficoltà, però, la luce al momento del tramonto ci offre la possibilità di scattare con il soggetto in pieno sole, ben illuminato ed avvolto da una luce calda e morbida, con ombre allungate che danno dimensione e consistenza alle superfici. Naturalmente proprio la lunghezza delle ombre va tenuta d’occhio, il naso, ad esempio, potrebbe proiettare un’ombra che andrebbe ad oscurare una grossa porzione di volto, quindi dovremo preoccuparci di tenere sotto controllo la posizione del soggetto con estrema attenzione.
Quando usare la luce naturale? La questione è soggettiva, dipende dal singolo fotografo e dalla sua capacità di espressione, in linea di massima non ci sono ambiti espressivi preclusi alla luce naturale, sicuramente però, ragionando in astratto, la luce naturale mal si presta a “drammatizzazioni”: la sensualità, la drammaticità, la durezza, difficilmente potranno essere rese in pieno sfruttando solo la luce naturale e nessun altro elemento scenico, a meno di non scattare in condizioni difficili, quindi con pieno sole, con ombre nette e dure, quando il controllo degli elementi della ripresa diventa fondamentale, quando bruciare irrimediabilmente una luce o lasciare irrimediabilmente chiusa un’ombra è un rischio sempre in agguato. Viceversa la luce naturale si presta molto bene a rendere emozioni ed aspetti delicati del carattere del soggetto: un’aria sognante, uno sguardo perso nei pensieri o ancora l’allegria, la spensieratezza, in generale tutti quegli aspetti del carattere che ci fanno dire di una persona “è solare”, anche la malizia, variante in chiave ironica della sensualità, si presta bene ad essere illuminata dalla luce solare.
Personalmente non scatto spesso sfruttando solo la luce naturale, se non in caso di ritratti di strada o su specifica richiesta, sono un amante dei flash e preferisco utilizzare questi ultimi, nonostante tutto tra i miei ritratti più apprezzati una larga fetta è costituita da scatti in luce naturale, non è stato infrequente che professionisti a cui ho fornito decine di scatti abbiano poi ingrandito ed appeso in casa ritratti in luce ambiente, probabilmente l’abitudine alla ripresa in luce flash e quindi in situazioni dalla drammaticità elevata proprio a loro fa apprezzare il ritratto più delicato e che coglie lati non sempre mostrati del loro carattere. (tratto da fotografare.com)

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